venerdì 21 novembre 2014

Benvenuto autunno!

Eccolo l'autunno, con i suoi colori e i suoi profumi.
Le foglie che danzano nel vento, all'imbrunire.
Le onde che si infrangono nella roccia.
Caldarroste croccanti e saporite, passione dei bimbi.
Io qui. Tu là. Distanti anni luce.
Ma sempre sotto lo stesso cielo.
Tremenda malinconia.

sabato 8 febbraio 2014

Hope & Faith

Detto fatto.
Neanche un mese fa ho preso contatti con la dottoressa Marta Abad del centro medico di Alicante e il 4 siamo approdate presso il suo laboratorio.
Con tanto coraggio la mia bimba si è fatta togliere 600 ml di sangue, (che dovevano essere 400!) mentre io le stavo accanto, la tenevo girata dall'altro lato, cercavo di consolarla e di tranquillizzarla. La paura più grande era che collassasse, era già svenuta un'altra volta per molto meno sangue, e quella siringa gigante che lentamente si riempiva, era veramente impressionante.
Le ripetevo di soffiare, mentre l'infermiera in spagnolo, ripeteva <>.
E' stata brava, le hanno fatto i complimenti perchè si è comportata molto bene. Io non so come non sia crollata, da sole, in questa avventura, piena di speranza e di paura, piena di pensieri.
Il 4 ha iniziato la terapia con il siero autologo.
Un collirio da tenere in frigorifero e da applicare ogni ora. Durante le ore scolastiche possiamo applicarlo ogni ora e mezza, per non disturbarla ogni ora... e la notte, solo se si sveglia per fare pipì o per bere.
E lei fa la terapia senza brontolare, senza lamentarsi. Mi chiedo come faccia.
Ieri abbiamo messo un totale di 13 gocce per occhio. Io non so se ce la potrei fare.
Oggi siamo a quota 9, tra 10 minuti metterà la decima goccia. Come la chiamo, a cadenza oraria, sa già che è per la goccia, e non vuole che dica niente. Sa già che deve metterle. Che non deve strizzare gli occhi, nè toccarli. Che dopo messa la goccia deve sbattere le ciglia. E lo fa, senza neanche farmelo ripetere.
Siamo partite in Spagna il 3 Febbraio, il giorno del suo nono compleanno, piene di speranza e pensieri positivi, con gli occhiali scuri e il cappello a tesa larga a proteggere gli occhietti martoriati da ogni luce, ogni luce naturale e artificiale che non le lasciava tenere gli occhietti aperti costringendola a stare a capo chino.
Sabato scorso, mentre il suo gruppo del Piccolo Coro di Sant'Efisio ha partecipato al programma della Clerici su Raiuno, "Ti lascio una canzone", lei ha dovuto rinunciare perchè quelle luci erano troppo forti per i suoi occhietti e non avrebbe resistito senza lacrimare, senza provare fastidio e "le punte", come chiama lei le fitte dolorose che sente agli occhietti. Ha dovuto rinunciare anche a questo.
Solo qualche giorno fa, quando ha fatto la foto con la dottoressa, non è riuscita a guardare l'obiettivo tanto era infastidita dalla luce. Ed oggi è così. Occhietti spalancati, allegra, gioca, canta!
Siamo felici!