martedì 6 luglio 2010

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Pet teraphy: dagli animali un aiuto per bambini e disabili
Chiamata comunemente pet-therapy, il suo termine italiano è "zooterapia" e si tratta di una psicoterapia dolce per curare diverse patologie fisiche e psichiche, basata sull’interazione delle persone con certi animali
La pet teraphy nasce nel 1953 quando lo psichiatra infantile Boris Levinson, alle prese con un piccolo paziente affetto da autismo, scoprì che il bimbo al contatto col suo cane, si mostrava più spontaneo e disponibile all'interazione.

Chiamata comunemente pet-therapy, il suo termine italiano è "zooterapia" e si tratta di una psicoterapia dolce per curare diverse patologie fisiche e psichiche, basata sull’interazione delle persone con certi animali.

PER QUALI PAZIENTI E' INDICATA QUESTA "TERAPIA DOLCE"?
La pet-therapy si è dimostrata molto utile nella riabilitazione di pazienti anziani, per esempio quelli ospiti di case di riposo. Si è osservato infatti che a periodi di convivenza con animali è corrisposto un generale aumento del buon umore, una maggiore reattività e socievolezza, contatti più facili con i terapisti e un miglioramento nello stato generale di benessere per coloro che spesso, soffocati dalla solitudine e dalla mancanza di affetti, si chiudono in se stessi rifiutando rapporti interpersonali), disabili (in questo caso si tratta di ipoterapia o terapia equestre, e questa agisce in modo globale, sollecitando la partecipazione di tutto l'organismo senza che si possa dire quale sistema organico o mentale sia il primo ad essere interessato e si utilizzata nella riabilitazione fisica dopo incidenti o in determinati casi di handicap fisici piu' o meno gravi) e sopratutto nei bambini affetti da autismo e sindrome di Down, il contatto con un animale può infatti aiutare a soddisfare certi bisogni come mancanza d'affetto, insicurezza,e difficolta' nelle relazioni interpersonali, e aiuta addirittura a recuperare alcune abilità che queste persone possono avere perduto

Gli animali infatti potenziano le cure mediche e alleviano disturbi psichici e la depressione,tipica sopratutto nei bambini che a causa della malattia si trovano ricoverati per lunghi periodi in ospedale ed è stato possibile constatare, negli ospedali dove si pratica la pet-therapy, che i bimbi che sono stati a contatto con gli animali ospitati dalla struttura, hanno superato con maggiore serenita' la trafila degli esami e della degenza, riuscendo a riacquistare il sorriso e un po' di tranquillita' e stabilita' psicologica, abbandonando quella serie di disturbi (enuresi nottura, disturbi del sonno, disturbi dell'appetito e del comportamento) che si erano venuti a creare proprio a causa dello stress, della paura e della noia tipici dei periodi di degenza.

CHE ANIMALI SI UTILIZZANO IN QUESTO PERCORSO?
Gli animali coinvolti nei programmi di pet-therapy sono animali domestici e piu' spesso si preferiscono cani e gatti, poi i criceti, conigli, e a seguire asini, capre, cavalli, e infine i delfini, qualunque sia l'animale che il psicoterapeuta scelga per quella determinata situazione,la sua presenza aiutera' a risvegliare l'interesse del paziente che ne verra' a contatto, catalizzando la sua attenzione, (proprio grazie all'instaurazione di relazioni affettive e canali di comunicazione privilegiati tra paziente e animale), stimolando energie positive distogliendolo o rendendogli più accettabile il disagio di cui è portatore.
Nel caso dei piccoli pazienti la pet therapy prevede che il bambino si occupi dell’animale, gli dia da mangiare, lo coccoli, lo accarezzi e giochi con lui e che queste attività vengano svolte insieme ad altri bambini, in modo da favorire la socializzazione.

Da poco tempo, la pet-therapy si sta sperimentando anche nelle scuole italiane ed è rivolta a quei bambini o adolescenti che hanno difficolta' ad integrarsi con gli altri e con l'ambiente circostante serenamente. Si puo' trattare di ragazzi con disturbi neuromotori, cognitivi e/o comportamentali o che semplicemente hanno difficolta' a socializzare con i coetanei; gli amici a quattro zampe attivera' la loro curiosita' ma non solo, pare che risvegli la voglia di mettersi in gioco e di migliorarsi con ottimi effetti; questo progetto si è messo in atto per migliorare la qualita' della vita all'interno della scuola dei piccoli con disturbi ma anche per sensibilizzarli e responsabilizzarli verso il mondo degli animali, permettendo al corpo e alla mente di sviluppare armonicamente e in modo equilibrato favorendo la socializzazione e i rapporti interpersonali con gli altri bambini normodotati

PET THERAPY E SCUOLA
Il progetto seguito da neuropsichiatri infantili, psicologi, veterinari, educatori profesionali e istruttori cinofili, per ogni caso a se', puo' comprendere semplici attivita' ludico-educative o un vero e proprio percorso di formazione per insegnare al paziente a prendersi cura dell'animale pulendolo, spazzolandolo, giocando con esso e dandogli da mangiare, insegnandogli a conoscere la vita dell'animale e istruendolo sulla salute fisica ed emotiva dell'animale stesso. I progetti sono atti a migliorare l'autostima del paziente e a farorirne la responsabilizzazione verso il mondo animale.
Grazie a queste attività ludiche che comportano la presenza degli animali nelle scuole, si possono superare molti ostacoli, impostando diversamente lo svolgimento delle normali attività didattiche della scula, rendendole più dinamiche e meno stressanti, mettendo anche i bambini che per vari motivi (disturbi-psichici o motori- ) sono ostacolati,nella condizione di poter raggiungere lo stesso livello sviluppo di tutti gli altri bambini normodotati e di sviluppare al massimo le potenzialità che ciascun bambino possiede.

BENEFICI DELLA PET-THERAPY: vari studi ci dicono che la pet-therapy aiuta il movimento fisico rispettando la possibilità del disabile,aiuta a conoscere in diretta la natura, la diversità, i limiti dei cicli vitali, sia biologici che sessuali,stimola l’elaborazione del linguaggio verbale a partire dai toni della voce, aiutando a conoscersi e a migliorare la propria immagine dinamica,aiuta ad individuare i segnali non-verbali nella comunicazione,aiuta a sviluppare la fiducia in se stessi, inducendo o a esperienze di movimenti nuove, di modi sconosciuti di comportarsi, di sentire e di essere,offre un senso di protezione e quello di un legame di dipendenza e di cura,aiuta ad apprendere e ad interiorizzare il senso di responsabilità e funziona da valvola di sfogo emotivo

Ingrid Busonera

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